Curiosità

1. La terra-madre

Rufoli è l’antica terra-madre da cui i vasai campani e anche quelli di Vietri attingevano ed attingono la materia prima per lavorarla e renderla manufatto. Fin dai tempi degli Etruschi la zona di Brignano fino a Rufoli è stata sede di attività di estrazione e lavorazione ceramica. A partire da quei laterizi semilavorati ha avuto origine la scuola vietrese, vivificata e rinnovata fra gli anni venti e trenta del Novecento dal cosiddetto “gruppo tedesco”, capitanato da Richard Dolker. Sul finire degli anni cinquanta nuovi laterizi più economici sostituirono i vecchi mattoni in cotto. Prodotti su scala industriale sostenevano economicamente meglio il boom edilizio e demografico di quegli anni. E la produzione artigianale subì una prima sterzata che gradualmente continuò negli anni.

2. Fornaci de Martino

Attualmente le Fornaci De Martino sono le uniche superstiti di quei modi e ritmi artigianali e chi le visita può assistere al suggestivo ciclo ceramico a fascine oramai del tutto scomparso altrove, dalla estrazione nella cava fino allo scalpellino che rifila ogni mattonella una ad una.

3. Le fornaci a fascine I blocchi di creta vengono pressati e sagomati. Le forme ottenute sono impilate e coperte con sacchi, per non farle seccare. La rifilatura avviene su uno scanno di legno. I ritagli di argilla (tagliatura) cadono nella carriola, antistante lo scanno, e saranno in parte utilizzati quali distanziatori nel caricamento della fornace. Comincia il lungo e delicato procedimento dell’essiccazione. Successivamente vengono esposte al sole a spina di pesce o a palombella. Si è finalmente pronti a caricare il forno. Occorrono quattro giorni di lavoro. La cottura dura 36 ore.

Ultimo aggiornamento

9 Maggio 2024, 14:34

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